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Distinzione tra le varie specialità e criteri per una corretta scelta.

Come purtroppo frequentemente avviene,ai giorni nostri, nella nostra società, la gente fa le sue scelte, nei vari settori della vita (lavoro, shopping, hobbies, tempo libero ecc) spesso senza avere una reale conoscenza del settore in questione e senza avere vera coscienza dei propri bisogni e delle proprie necessità, ciò avviene naturalmente, anche nella scelta di una arte marziale o di un sistema di combattimento.
Una certa confusione è normale se consideriamo che,dall’inizio del secolo scorso ad oggi, quando in occidente facevano timidamente la comparsa arti provenienti dal Giappone come il judo e il ju jutsu, spesso ad opera di marinai e viaggiatori è stato un incessante susseguirsi di stili provenienti da tutti i paesi orientali, spesso promossi da mode nascenti e film d’azione,dal karate, al kung fu cinese, il tae kwon do ,hapkido provenienti dalla Corea, il viet vo dao dal Vietnam, fino ad arrivare alle arti marziali del sud est asiatico, Muay thai dall Tailandia, kali e pencak silat, dalle Filippine, Indonesia e Malesia fino ad arrivare alle ultime novità da Israele, il krav maga e dal Brasile il ju jutsu brasiliano, un costante proliferare di arti misteriose, a volte molto antiche, esotiche e sconosciute come la lua hawaiana, il kalari payat indiano, il bando birmano e chi più ne ha più ne metta.
Come scegliere quindi, in questa babele di stili e sistemi l ‘arte adatta a noi?
Come scegliere ciò che ci è veramente utile e soddisfa le nostre necessita e si adatta ai nostri reali bisogni e alle nostre attitudini fisiche e psicologiche?
Fermo restando che le seguenti note spesso contegono, oltre a dati di fatto, anche mie PERSONALI OPINIONI, bisogna comprendere che, per potersi orientare e quindi fare la scelta giusta è necessario distinguere tra arti marziali, sport da combattimento o sport da ring, sistemi di difesa personale o close combat e gli ibridi che inevitabilmente vengono molto spesso a crearsi tra questi gruppi.


1) ARTI MARZIALI

Possiamo ritenere, arti marziali, tutte quelle discipline che possano essere classificate come psicofisiche, pratiche atte ad operare sia sul corpo che sulla mente di chi le esercita, spesso usando una cosa per arrivare all’altra, ossia la mente per controllare il corpo e il corpo per lavorare sulla mente, unendo poi questi due aspetti per arrivare poi a quello che dovrebbe essere il fine supremo, ’obbiettivo finale dell’essere umano: lo spirito.
Le arti marziali infatti, intese come tali, garantivano, oltre ad un efficace difesa ed efficienza sul campo di battaglia una crescita sul piano fisico, mentale e spirituale del praticante, una costante e crescente ricerca di miglioramento dell’essere umano nella sua totalità, la disciplina a volte molto severa, la faticosa conquista dei propri obbiettivi, il costante confronto con se stessi e il continuo tentare di superare i propri limiti, imbrigliando il proprio lato oscuro erano i mezzi con cui l’arte e la sua costante pratica miglioravano lo studente, alle volte anche servendosi di pratiche di vario genere quali, la meditazione soprattutto ma anche lo studio dell’energia interna (qi-gong, tenaga dalam) pratiche spirituali o fisiche quali massaggio, agopuntura, shiatzu, pratiche esoteriche e riti iniziatici ecc.

2) SPORT DA COMBATTIMENTO O DA RING

Mai come negli ultimi 60/70 anni abbiamo assistito ad un continuo fiorire di specialità da combattimento, discipline sportive da portare su di un ring.
Ciò è stato,almeno all’inizio dettato da un cosciente e legittimo bisogno di confrontare la reale efficacia e potenza delle varie arti marziali e dei loro praticanti, la pratica senza contatto infatti non permetteva una vera conoscenza delle reali potenzialità dell’arte e del suo praticante, l'avvento negli anni 60 dei primi tornei a contatto pieno e dell’uso delle protezioni (anche grazie a Bruce Lee) ha decretato l’avvento dei cosiddetti sport da ring, chiamati da prima full contact e poi via, via kick boxing fino ad arrivare ai moderni Oktagon, K1 e MMA, mixed martial arts (arti marziali miste).
Negli sport da ring, la condizione fisica è prevalente su tutte le altre e fondamentale anche se una certa attenzione è per forza rivolta anche al lato mentale e caratteriale del praticante o forse meglio dire, in questo caso dell’atleta, ovviamente, almeno nei casi in cui il combattente si prefigga obbiettivi di una certa importanza come: tornei, incontri e titoli vari, doti come la costanza,la perseveranza e lo spirito di sacrificio vengono allenate anche se certamente non con la profondità e l’intensità di una scuola di arti marziali tradizionali, tutto ciò rientra in una almeno parziale pratica della sfera mentale mentre generalmente assente in queste discipline è l’affinamento e il miglioramento dell’aspetto spirituale del praticante.

3) SISTEMI DI DIFESA PERSONALE O CLOSE COMBAT

I sistemi unicamente indirizzati alla difesa personale, al combattimento reale e a tutto ciò che può esserci utile in una reale situazione di pericolo, sono quasi sempre o comunque molto spesso sistemi di derivazione militare, esempio classico il già citato krav maga, impiegato appunto,almeno alle origini dall’esercito e dalle forze speciali israeliane.
Negli ultimi anni, con il continuo dilagare della violenza nelle strade, si è potuto assistere ad un vero e proprio fiorire di questi metodi che fanno della semplicità e dell’efficacia pura le loro caratteristiche principali, al loro interno non vi è posto per null’altro che non sia utile in una reale situazione di pericolo e di aggressione per la strada, essi sono quindi spogli da ogni aspetto filosofico e spirituale mentre anche qui l’aspetto fisico e mentale (controllo delle emozioni, dell’aggressività ecc) vengono almeno in alcuni casi e dagli insegnanti più scrupolosi molto curati, il loro studio e la loro pratica contemplano unicamente la difesa personale.

4) IBRIDI E/O MESCOLANZE TRA VARIE ARTI E/O CONCETTI

Un esempio classico (almeno secondo la mia modesta opinione) di ibrido tra arte marziale e sistema di close combat è il JEET KUNE DO di Bruce Lee.
Un mix di arti, idee e concetti sviluppato dal famoso artista marziale e attore di origine cinese a cavallo degli anni 60 negli Stati Uniti; nel jeet kune do (l’arte di intercettare il pugno) troviamo infatti una scrupolosa e spietata selezione delle tecniche e dei concetti più efficaci provenienti da svariate arti orientali (wing chun e altri stili di kung fu cinese) e occidentali (boxe, scherma, lotta), utilizzando appunto esclusivamente ciò che era efficace e funzionale e una profonda e a volte persino disarmante filosofia di matrice orientale e non (Bruce Lee era infatti un appassionato cultore di ogni tipo di filosofia) nel jeet kune do infatti, tutto è in continuo mutamento, come nella vita (taoismo) e nulla ha una forma precisa ma è come l’acqua che muta e prende la forma del recipiente che la contiene, si può perciò collocarlo a metà strada (a mia opinione) tra un sistema di close combat e un arte marziale tradizionale, anche se il concetto di tradizionale non era gradito al suo fondatore ma di questo avremo modo di parlare più dettagliatamente più in là.
Per quanto riguarda la muay thai invece, precisando che E’ E RESTA UN ARTE MARZIALE A TUTTI GLI EFFETTI, si può dire che però oggi trova la sua maggiore applicazione, sia pure con le dovute differenze dalla sua forma tradizionale, sui ring di tutto il mondo.

5) ARTI O SISTEMI PSICOFISICI O METAFISICI O VOLTI  ALLO SVILUPPO DI TALI CAPACITA’

Troviamo queste caratteristiche soprattutto nei cosiddetti ”stili interni” del kung fu cinese, ma stralci della materia possono essere trovati all’interno di molti altri stili orientali, protagonista numero uno in questo settore è il tai chi chuan o tai ji chuan, arte di movimento e meditazione in movimento, arte marziale ma anche metodo per mantenere una buona salute.
Il tai chi è insieme al pa qua e allo hsing i, uno dei principali stili cosiddetti INTERNI del kung fu cinese, spesso complessi e profondamente intrisi di filosofia per lo più taoista (taoismo), queste arti si rivolgono prevalentemente appunto al lato interno del praticante, con aspetti legati spesso alla meditazione ma anche e soprattutto alla coltivazione e allo sviluppo dell’energia interna chiamata Chi, in cinese e Ki in giapponese, l’energia biomagnetica che ci mantiene in vita, che permea l’universo e tutto ciò che ci circonda e che secondo i principi dell’agopuntura circola nel nostro corpo e quando non è equilibrata o comunque in armonia permette il sorgere della malattia,
Attraverso i movimenti a volte lenti di questi stili, il praticante cerca di armonizzare, la mente, il corpo e lo spirito al fine di coltivare e sviluppare le sue doti intrinseche e la sua energia interna, spesso altri stili cinesi meno conosciuti esercitano la stessa funzione ad esempio lo y chuan.
Per quanto riguarda invece le arti marziali giapponesi, non dobbiamo dimenticare di menzionare l’aikido come eccellente metodo di sviluppo de ki o energia interna in giapponese.

Per concludere, mi sento di dare i seguenti consigli a chiunque decida di accostarsi alla pratica delle arti marziali, ricordando ancora una volta che ciò è senz’altro frutto della mia esperienza MA ANCHE DI MIE CONVINZIONI E OPINIONI PERSONALI, ad ognuno quindi il compito di riconoscersi o meno ed eventualmente di confutare il mio pensiero.

  1. Scegliete liberamente l’arte che giudicate più adatta a voi, visitando molte palestre e tornando a vedere la pratica anche più volte, se necessario, la fretta non è mai stata una buona consigliera.

  2. Non seguite per forza le mode e le ”figate” del momento, non vuol dire che perché qualcosa è di moda in quel momento sia la cosa giusta per voi.

  3. Valutate sempre l’ambiente, la serietà, l’impegno e quindi la personalità dell’insegnante, fatevi cioè un idea del sé, le modalità di svolgimento di quella lezione siano quelle che state cercando o comunque adatte a voi.

  4. Documentatevi comunque,in qualunque modo e più che sia possibile sull’arte che vi interessa prima di intraprenderne la pratica.

  5. Cercate di sapere sempre il lineage, la discendenza, chi erano i maestri del vostro futuro maestro, da chi ha imparato.

  6. Diffidate o comunque fate grande attenzione ai supermarket delle arti marziali, quei posti dove è possibile imparare di tutto e di più, dove l’insegnante fa di tutto e insegna questo e quello, quattro, cinque, sei, sette e a volte più specialità e a volte neanche lontanamente parenti tra loro, non dimentichiamoci che per imparare un arte sola o due la vita intera a volte non basta, ci sono appunto maestri che per diventare tali hanno dedicato la vita all’apprendimento di una sola arte, non è sufficiente infatti, avere un infarinatura o una superficiale conoscenza di una materia non mette nelle condizioni di poterla veramente insegnare.
 

 

 




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