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Origini

Spiegare correttamente ma soprattutto senza sollevare polemiche le origini di quelle che sono le letali, e al tempo stesso affascinanti, arti marziali del sud-est asiatico, risulta sempre molto difficile; lasciamo quindi ad un riferimento competente e neutrale questo compito.Mappa Filippine Kali Silat

Bisogna infatti fare riferimento a culture, periodi storici e anche religioni spesso molto diversi tra loro. E' necessario comprendere innanzitutto come al tempo gli scambi commerciali e quindi culturali tra i popoli orientali fossero floridi e necessari alla sopravvivenza.

La Cina e l’India erano, anche in periodi storici diversi, le due principali fonti d’ispirazione, commercio e credo religioso; spesso come conseguenza di ciò si verificavano migrazioni di queste culture verso i paesi vicini.
Incontrando altri popoli avveniva per forza una mescolanza, una diffusione, uno scambio di usanze e tradizioni tra le genti spesso in modo cruento, con scontri, sommosse popolari o addirittura vere e proprie battaglie tra eserciti che costavano ad ambo le parti molte vite umane.

Arti guerriere come il Kali delle Filippine - ai giorni nostri più diffusamente chiamato Arnis, Arnis de mano o Escrima- , il Pencak Silat proveniente dall’Indonesia e Malesia (regno Mjapahit e Srivijaya), e infine il Kuntao dell’etnia Hakka, proveniente dal sud della Cina, venivano spesso a scontrarsi tra loro verificando così l’una contro l’altra la validità e l’efficacia sul campo di battaglia dei loro principi e delle loro tecniche, finendo inevitabilmente con il tempo per mescolarsi tra loro, nel tentativo di rubare al nemico ciò che di meglio poteva avere, per poi poterlo usare contro di lui o per poter studiare delle contro - tecniche efficaci.
La religione ha sempre avuto un ruolo importante, a volte fondamentale in tutto ciò; il cristianesimo, l’induismo e la religione mussulmana che si diffondevano in quelle zone, a voltemescolandosi alle tradizioni animiste che incontravano sul loro cammino, erano spesso legate alle proprie radici marziali importate dai paesi d’origine, radici marziali che, a causa delle discordie tra loro, venivano spesso messe alla prova in battaglie e sanguinosi scontri.
Tutto ciò, da un punto di vista prettamente marziale, manteneva sempre vivi, attuali ed efficaci i sistemi di combattimento perché continuamente messi alla prova e quindi modificati, aggiornati e sfrondati da tutto quello che non serviva a combattere efficacemente.

Per concludere, dobbiamo ricordate che le antiche arti di combattimento, “marziali” appunto, avevamo il compito di salvarci, di permetterci di sopravvivere in ambienti ostili e di poter tornare a casa da propri cari. L’aspetto sportivo, le gare, i tornei, le competizioni, se hanno avuto il grande merito di far conoscere e diffondere questi meravigliosi sistemi di combattimento e autodifesa, hanno anche giocoforza impoverito, se non addirittura svuotato gli stessi dei loro più veri, efficaci e antichi contenuti marziali.
Molti di loro, ai giorni nostri, purtroppo sono stati ridotti a sport adatti solo a fare punto in gara e vincere coppe o trofei, perdendo spesso così i valori marziali che possedevano e che dovevano invece essere protetti e valorizzati.

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